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Ecoendoscopia

E' una metodica di indagine del tubo digerente. Si tratta di un'ecografia (metodica diagnostica che utilizza gli ultrasuoni, vale a dire particolari onde sonore che l'orecchio umano non è in grado di percepire) eseguita dall'interno ('endo') adoperando una sottile sonda flessibile recante, sulla punta, l'ecografo (apparecchiatura che emette e rileva gli ultrasuoni). Quando gli ultrasuoni colpiscono un organo, tornano indietro (vale a dire sono riflessi) e sono raccolti dalla stessa sonda. Successivamente, sono rielaborati dalla macchina per ecografia e trasformati in immagini. La sonda su descritta viene introdotta all'interno del corpo attraverso la bocca o il retto (parte finale dell'intestino). Si ottengono immagini dettagliate delle pareti di esofago (il canale che collega la bocca allo stomaco), stomaco, duodeno (altro tratto dell'intestino) e retto e di tutto ciò che si trova al di là di tali pareti. Pertanto, l'ecoendoscopia è un'importante tecnica per studiare, oltre che le malattie dell'apparato digerente, anche quelle del torace, delle vie biliari (l'insieme dei canali attraversati dalla bile, vale a dire un liquido giallognolo prodotto dal fegato, indispensabile perché avvenga la digestione dei grassi) e del pancreas (la ghiandola che produce sostanze necessarie per i processi digestivi e, soprattutto, l'ormone insulina, indispensabile per regolare il livello di zucchero nel sangue). L'ecoendoscopia è particolarmente usata per la stadiazione dei tumori maligni dell'apparato digerente (vale a dire per stabilire la reale diffusione del tumore nell'organismo) e per localizzare e visualizzare le lesioni (danneggiamenti) benigne delle strutture dell'organismo analizzate. Allorché è necessario definire la natura delle lesioni, è possibile eseguire una biopsia, cioè prelevare, per mezzo di un sottile ago "guidato" dall'ecografo, piccoli campioni di tessuto, da esaminare al microscopio per ottenere una diagnosi precisa. L'ago "guidato" è usato anche a scopo terapeutico per iniettare farmaci in organi malati dell'apparato digerente. L'uso è particolarmente indicato per lenire il dolore cronico provocato, ad esempio, da un cancro del pancreas o da una pancreatite cronica (grave infiammazione del pancreas). Come si esegue l'esame? Se si deve eseguire un'ecoendoscopia diagnostica, il paziente deve essere a digiuno (se devono essere esplorate le "alte vie" dell'apparato digerente) o deve essere sottoposto ad un clistere (se deve essere esplorato l'intestino, per liberarlo). La procedura è rapida e va dai 10 minuti per l'esplorazione del retto, alla mezz'ora per lo stomaco o il pancreas. L'esame non è pericoloso. E' un po' fastidioso, ma non doloroso, dal momento che è eseguito con anestesia locale e somministrazione di sedativi. Dopo l'esame il paziente deve stare in osservazione finché non sia svanito l'effetto dei sedativi. L'ecoendoscopia terapeutica prevede lo stesso tipo di preparazione del paziente, con l'aggiunta della somministrazione di antibiotici, se esiste rischio d'infezione. In questo caso la durata è maggiore e dopo l'esame il monitoraggio deve essere protratto, per verificare che non si presentino complicanze.



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