La diffusione della prevenzione e dell'uso della mammografia ha reso possibile l'individuazione di tumori della mammella allo stadio iniziale. Ciò rende la mastectomia non solo una tecnica non distruttiva per il seno, ma anche risolutiva del tumore: frequenti, infatti, sono i casi di guarigione a seguito si mastectomia combinata con chemioterapia o radioterapia.
La scelta del tipo di intervento (che può andare dall'asportazione del solo tumore a quella dell'intera mammella) è effettuata in base a numerosi fattori: tipo di tumore, dimensione del tumore, età della paziente, presenza di metastasi, ecc.. I tipi di intervento più diffusi sono:
1) tumorectomia, detta anche biopsia escissionale, ovvero l'asportazione di una piccola porzione di tessuto mammario comprendente il tumore;
2) quadrantectomia, ovvero l'asportazione di un ampia porzione di ghiandola mammaria, insieme alla cute soprastante e alla sottostante fascia del muscolo pettorale;
3) mastectomia semplice o totale, ovvero l'asportazione dell'intera mammella, associata a volte all'asportazione dei linfonodi ascellari;
4) mastectomia radicale, ovvero l'asportazione dell'intera mammella, associata all'asportazione di muscoli, linfonodi, cute, ecc. del torace, alla quale si ricorrere solo in casso di accertata impossibilità di eseguire un qualsiasi altro intervento.
In tutti i casi si cerca sempre di eseguire l'intervento in modo da rendere possibile la successiva ricostruzione della mammella onde evitare che la paziente possa andare soggetta a disagi psicologici legati alla perdita dell'organo che comunemente è identificato con la femminilità.
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