Esame strumentale usato per la diagnosi delle malattie che colpiscono la parte corticale delle ghiandole surrenali e che sono caratterizzate da un'eccessiva produzione di cortisolo (ormone).
Le ghiandole surrenali, localizzate sopra ciascun rene, sono formate da due parti: la corticale, che è situata all'esterno e produce gli ormoni corticosurrenalici e la midollare, più interna, che produce adrenalina.
La scintigrafia è una metodica diagnostica, che utilizza radioisotopi, ovvero sostanze che, una volta iniettate nel corpo umano, raggiungono organi specifici (detti organi bersaglio) in base alle loro caratteristiche e da lì inviano radiazioni gamma. Le radiazioni sono raccolte da un apparecchio (gamma camera) e tradotte da questo in segnali elettrici, che vengono rielaborati, fornendo un'immagine della loro distribuzione. Da tale immagine si può risalire alla struttura dell'organo e, con opportuni accorgimenti, anche alla sua funzionalità.
Nel caso specifico della scintigrafia surrenalica corticale, si somministra al paziente una sostanza analoga al colesterolo (precursore del cortisolo) marcata, vale a dire precedentemente trattata con una sostanza radioattiva (iodio 131). Questa sostanza si concentra prevalentemente nei tessuti sani delle ghiandole surrenali. Una sua mancata distribuzione (captazione) in essi, pertanto, è indice della presenza di cellule anomale.
Come si effettua l'esame? Il radioisotopo è iniettato in una vena del paziente attraverso un apposito sistema (butterfly a tre vie) cinque giorni prima dell'acquisizione delle immagini, allorché, egli viene fatto distendere su un lettino con la gamma camera posizionata sulla regione lombare. Per ogni serie di immagini sono necessari circa trenta minuti.
Se il surrene è poco visualizzato nelle immagini a 5 giorni, è necessaria una ulteriore acquisizione a 7 giorni dalla somministrazione del radioisotopo.
Il paziente deve seguire una procedura di preparazione all'esame. Due giorni prima di assumere il radioisotopo deve ingerire una soluzione concentrata di iodio (Lugol al 2%), che serve ad impedire che lo stesso radioisotopo sia captato dalla ghiandola tiroide, falsando i risultati. Inoltre, dopo il radioisotopo, assumerà anche dei lassativi, che, analogamente all'effetto esercitato dal Lugol, servono ad allontanare le sue "tracce" presenti nell'intestino.
La scintigrafia è una tecnica molto sensibile. É capace di rilevare lesioni molto piccole, come tumori in via di formazione e metastasi (masse tumorali formate da cellule derivanti da un tumore localizzato in un'altra parte dell'organismo). Si tratta di un esame non pericoloso, perché i radioisotopi utilizzati non possono provocare reazioni allergiche, sono eliminati rapidamente dall'organismo ed emettono radiazioni in minima quantità.
|