Esame delle ghiandole salivari eseguito con gli ultrasuoni, che sono particolari suoni non percepibili dall'orecchio umano.
Quando colpiscono le strutture sulle quali sono indirizzati, gli ultrasuoni tornando indietro (producono una eco) e vengono rilevati dalla stessa apparecchiatura che li ha emessi e che li trasforma in immagini visibili su un monitor. Lo specialista, interpretando le immagini sul monitor, può dare una descrizione e formulare una diagnosi. Dopo aver spalmato, in corrispondenza del tessuto delle ghiandole salivari, la pelle del paziente con un appropriato gel, che ha lo scopo di trasmettere le onde sonore all'interno del corpo, si fa scorrere lentamente la sonda (lo strumento che emette e rileva gli ultrasuoni). Il paziente non corre alcun rischio perché gli ultrasuoni non sono pericolosi e non prova dolore, né fastidio. Un'ecografia dura una decina di minuti.
L'esame è utile per la diagnosi di processi di varia natura che interessano le ghiandole salivari quando si ha dolore, quando c'è una tumefazione a livello mandibolare o parotideo.
Il paziente non necessita di alcuna preparazione.
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