Sostanza capace di danneggiare gli organismi con cui viene in contatto, con effetti che possono essere limitati ad una parte del corpo oppure a tutta la persona.
I veleni sono sostanze tossiche di varia origine (minerale, vegetale o animale) e varia forma (solida, liquida o gassosa), che, a seconda del tipo, possono attaccare la superficie del corpo o, più gravemente, gli organi interni od il sistema nervoso centrale. Essi sono suddivisi in sostanze tossiche prodotte dagli organismi viventi (detti tossine) e sostanze di natura chimica, comunemente classificate, in base all'effetto che producono, in corrosive, irritanti o narcotiche.
Le sostanze corrosive comprendono sostanze chimiche di vario tipo (ad esempio l'acido muriatico e l'ammoniaca), che provocano, esternamente od internamente, la distruzione locale dei tessuti, e cioè "bruciano" la pelle od il rivestimento dello stomaco.
Quelle irritanti (ad esempio il mercurio, i lassativi e le sostanze corrosive diluite) agiscono direttamente sulla mucosa (il rivestimento degli organi), causando irritazione od infiammazione gastrointestinale, accompagnata da dolore e vomito.
Le sostanze tossiche narcotiche (ad esempio l'alcool, l'oppio e le sostanze da questo derivate, il cloroformio), agiscono sul sistema nervoso centrale o su organi importanti come cuore, fegato, polmoni e reni e possono causare coma, convulsioni o delirio.
Tra i gas tossici, che possono risultare anche corrosivi od irritanti, sono particolarmente pericolosi il monossido di carbonio e l'anidride carbonica, che fanno diminuire la capacità dell'organismo di assorbire ossigeno e per questo motivo sono comunemente chiamati gas asfissianti.
Nei Paesi più evoluti circa il 50% dei casi di avvelenamento è legato all'uso di farmaci comuni o di prodotti per la casa, come acido acetilsalicilico (l'aspirina), i barbiturici (farmaci usati come sedativi e/o ipnotici), gli insetticidi ed i cosmetici.
Frequenti risultano gli avvelenamenti legati all'abuso di barbiturici od alla loro associazione con altre droghe (come l'alcool) che procurano stati di agitazione, nausea, sonno profondo, caratterizzato da respiro sempre più superficiale, cui possono seguire il coma e l'insufficienza cardiaca.
L'uso prolungato di barbiturici può portare ad un avvelenamento cronico, caratterizzato da irritazione gastrointestinale, inappetenza ed anemia, cui può seguire la confusione mentale.
In caso di avvelenamento è generalmente consigliabile la diluizione del veleno, che è effettuata ingerendo grandi quantità di acqua o di latte. In altri casi, ad esclusione dell'ingestione di sostanze corrosive, è consigliabile somministrare un emetico, cioè una sostanza che stimola il vomito, allo scopo di liberare lo stomaco. Alternativamente si può utilizzare un antidoto, che è un rimedio che ostacola gli effetti della sostanza tossica attraverso un'azione chimica.
Ogni qualvolta si ha un avvelenamento è indispensabile contattare il centro antiveleni più vicino, per iniziare immediatamente la giusta terapia.
Tra gli animali che possono iniettare veleno nell'uomo, in Italia risulta particolarmente pericolosa la vipera, il cui morso può anche provocare la morte. Il morso di vipera provoca una forte reazione locale con dolore, gonfiore e notevole perdita di sangue.
In Italia praticamente non esistono insetti, nè ragni, nè scorpioni velenosi al punto di poter provocare la morte del soggetto colpitone. Tuttavia, api, vespe, calabroni ed alcune zanzare possono provocare delle reazioni di prurito, che, nella maggior parte dei casi possono essere alleviate trattando la zona colpita con una soluzione di ammoniaca e con del ghiaccio e, nel caso sia rimasto nella pelle, togliendo il pungiglione. Va sottolineato, però, che, comunque, le punture di insetto sono da considerarsi pericolose in presenza di allergie alle sostanze iniettate, quando il numero delle punture è elevato o quando ne sono interessate particolari aree del corpo, come il viso, la lingua, gli occhi, i genitali e la gola. É il caso di api, vespe e calabroni, che possono generare nei soggetti ipersensibili una grave reazione che può mettere in serio pericolo la vita provocando una reazione allergica esagerata (lo shock anafilattico).
|