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Diagnostica Invasiva per Patologia Linfonodale

Si tratta degli esami invasivi (che, cioè, comportano penetrazione in una cavità dell'organismo) da eseguirsi sui linfonodi, che sono gruppi di linfociti (globuli bianchi che hanno il compito di reagire in modo specifico nei confronti di qualsiasi agente estraneo o antigene) 'organizzati' presenti in tutto il corpo. Tra tali malattie spiccano i linfomi, che sono tumori maligni che originano dai linfociti e che dai linfonodi possono diffondersi, attraverso il sangue e/o i vasi linfatici, ad altri linfonodi od organi (midollo osseo, milza, pelle, polmoni, sistema nervoso, stomaco, fegato, ecc.). I linfociti, infatti, si formano e maturano nei linfonodi, ma circolano, portati dal sangue, in tutti gli organi del corpo alla ricerca d'antigeni estranei da eliminare. Anche i linfociti tumorali hanno questa capacità di circolare nel corpo, diffondendo così la malattia a distanza del luogo d'origine (metastasi). Il sintomo principale è la comparsa nella regione del collo, delle ascelle o dell'inguine, di uno o più linfonodi (noduli che si trovano lungo i vasi linfatici), che, generalmente, non provocano dolore e possono essere accompagnati da febbre, astenia (debolezza e malessere diffusi), sudorazione notturna, prurito, diminuzione del peso corporeo non altrimenti spiegabile. Ogni qualvolta si nota un ingrossamento di tali regioni del corpo che non regredisce dopo 3-4 settimane, bisogna immediatamente rivolgersi ad un medico, avendo cura di riferirgli anche gli eventuali altri sintomi, che sono indispensabili per stabilire se la malattia è in stato avanzato. Poiché i sintomi del linfoma sono caratteristici anche di molte malattie infettive ed infiammatorie e di molti tipi di metastasi tumorali, per stabilire che si tratta effettivamente di un linfoma bisogna eseguire la biopsia (prelievo del tessuto e successivo esame al microscopio). Solitamente la biopsia è eseguita con la tecnica dell'agoaspirato, che permette di rimuovere, aspirandola, una parte di versamento (liquido presente in una parte del corpo, laddove, normalmente non dovrebbe esserci) o un piccolo frammento di tessuto. Il materiale prelevato, poi, è sottoposto ad esame istologico (studio dell'insieme delle cellule che lo costituiscono) per chiarire ogni dubbio sul tipo di lesione (danno presente nell'organismo) e decidere quindi in modo mirato la terapia da seguire. La variante chiamata agoaspirato ecoguidato è eseguita con l'ausilio dell'ecografia (che è una tecnica che utilizza gli ultrasuoni, cioè particolari onde sonore non percepibili dall'orecchio umano, per ottenere immagini di una parte del corpo da indagare) per poter effettuare il prelievo stesso con massime accuratezza e sicurezza possibili.



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