Nel primo caso, generalmente associato a ipertensione arteriosa e/o aterosclerosi, si ha interruzione, anche per pochi minuti, dell'afflusso di sangue ad alcuni tessuti del cervello, seguito da un loro deterioramento, che può essere causa di paralisi di arti od organi. Le conseguenze più frequenti sono l'incapacità di parlare, la difficoltà di respirazione e deglutizione, l'indebolimento dei muscoli del viso, la paralisi o la debolezza, generalmente di un solo lato del corpo. Generalmente, chi ne è colpito presenta segni premonitori di paralisi temporanee a un braccio o a una gamba, o su un lato del volto, oppure mancanza della parola, della vista, ecc.. Generalmente, in tali momenti si possono eseguire interventi chirurgici sui depositi formatisi nelle arterie cerebrali, con tecniche come la chirurgia al laser e l'inserimento di by-pass..
L'emorragia dei vasi cerebrali, invece, è una causa di ictus meno frequente, che si verifica soprattutto come conseguenza della formazione nelle grandi arterie cerebrali superficiali di aneurismi, cioè dilatazioni permanenti della parete di queste arterie. Quando un aneurisma si rompe il cervello è danneggiato dalla penetrazione del sangue nei tessuti e dalla riduzione del flusso sanguigno oltre il punto di rottura.
L'ictus può essere prevenuto con una dieta rigorosa (bisogna controllare particolarmente i grassi saturi), con l'esercizio fisico e, talvolta, con somministrazione di farmaci anticoagulanti. Bisogna, inoltre, tenere sotto controllo l'ipertensione, l'ipercolesterolemia e l'abitudine al fumo, che costituiscono fattori di rischio.
I pazienti colpiti da ictus possono riacquistare le funzioni perdute con l'aiuto di personale esperto di riabilitazione (neurologi, fisioterapisti, logopedisti (terapisti del linguaggio), ecc.). Premessa l'importanza della tempestività di tali interventi, il grado di recupero varia moltissimo da paziente a paziente.
E' utile controllo dello specialista in neurologia.
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