Esame radiologico eseguito per studiare la struttura e la funzionalità delle vie biliari (vale a dire tutti i 'canali' che sono attraversati dalla bile, un liquido prodotto dal fegato ed indispensabile per la digestione dei grassi) e della colecisti (l'organo situato sotto il fegato, in cui si raccoglie e concentra la bile).
Si sfruttano i raggi X, ma, poiché le vie biliari da sole non sono capaci di "reagire" con queste radiazioni, per eseguire l'esame è necessaria la somministrazione di un mezzo di contrasto, che le rende "visibili". Durante un intervento chirurgico, ciò si ottiene introducendo direttamente un sottile tubicino in un punto della via biliare (colangiografia per drenaggio). Dopodichè s'inietta il mezzo di contrasto e si eseguono una o più immagini radiografiche delle vie biliari che esso attraversa. Tali immagini evidenziano l'eventuale presenza di calcoli biliari (una specie di pietruzze che si formano dall'unione di colesterolo, sali di calcio e pigmenti biliari) o altri fattori che possono ostacolare lo scorrimento della bile. Sono, inoltre, indicative dello stato di funzionalità del coledoco (punto di sbocco della bile nell'intestino). L'esame può essere eseguite anche con la puntura diretta del fegato con appositi aghi, che vengono fatti passare attraverso la pelle. In questo caso il mezzo di contrasto di distribuisce direttamente nei piccoli condotti biliari presenti all'interno del fegato e si concentra in quelli più grandi. Un altro modo di eseguirlo prevede la somministrazione del mezzo di contrasto per via indiretta (endovenosa). Questa metodica è particolarmente utile per lo studio della cistifellea (organo situato sotto il fegato, che raccoglie e concentra la bile). La durata media di questi esami è circa mezz'ora. Si tratta di tecniche invasive, cui, oggi, si preferiscono quelle ecografiche, che, utilizzandogli ultrasuoni trasmessi agli organi interni attraverso la pelle, sono completamente indolori e non nocive.
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