La duttogalattografia o, semplicemente, galattografia è una particolare radiografia della mammella (mammografia). Serve a studiare i dotti galattofori, che sono le strutture del seno destinate alla produzione del latte.
La radiografia è un esame diagnostico che sfrutta i raggi X (radiazioni). Il paziente deve assumere una particolare posizione, indicatagli dall'operatore e tale da far pervenire i raggi X, inviati dallo strumento, sulla parte del corpo in osservazione. Le strutture di un organismo assorbono i raggi X in modo diverso. Quelle più dense assorbono la radiazione più facilmente di quelle meno dense e la parte di radiazione non assorbita (che, cioè, ha attraversato i tessuti) può essere "raccolta" su una lastra fotografica. Quello che si ottiene è la radiografia, vale a dire un'immagine in "bianco e nero" in cui i tessuti più densi appaiono chiari e quelli meno densi appaiono scuri, con diverse sfumature di grigio. Alcune strutture del corpo, come i dotti galattofori, non sono in grado di assorbire i raggi X, ma diventano capaci di farlo se si somministra alla paziente una particolare sostanza chiamata mezzo di contrasto, che non si fa attraversare dai raggi X. Pertanto, quando si esegue una galattografia, si procede in due fasi: l'introduzione del mezzo di contrasto nei dotti galattofori e l'esecuzione delle radiografie.
La galattografia è eseguita in caso di secrezione (produzione di materiale liquido) sospetta dal capezzolo, per capire a cosa è dovuta ed in quale parte del sistema dei dotti galattofori si origina.
Al momento dell'esame è necessario che sia presente tale secrezione (anche provocandola con la compressione), per individuare con precisione dove dirigere la cannula (tubicino) con cui è iniettato il mezzo di contrasto. Successivamente, si eseguono le radiografie.
L'esame non è pericoloso e, solitamente, nemmeno doloroso. Dura da 30 minuti ad un'ora.
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