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Emodialisi

Comunemente, la dialisi è detta dialisi artificiale. Essa utilizza dispositivi di filtrazione (un insieme di filtri e membrane, complessivamente detti rene artificiale) che consentono alle sostanze tossiche (urea, acido urico, creatinina) di muoversi solo in una direzione; in questo modo esse, una volta separate dal sangue, non possono più ritornarvi. Oltre che ottenere la rimozione dal sangue delle sostanze tossiche, con la dialisi artificiale è possibile eliminare i liquidi che si accumulano in eccesso nei soggetti che presentano un'attività renale alterata. Per poter effettuare l'emodialisi è necessario predisporre un dispositivo che consenta di prelevare agevolmente il sangue da depurare ed inviarlo al filtro di dialisi. Un tale dispositivo è chiamato accesso vascolare. Sono disponibili molti sistemi che assolvono a tale funzione tra cui i più diffusi sono le fistole arterovenose. La fistola arterovenosa non causa alcun problema al paziente: consiste nell'ottenere un passaggio diretto del sangue da una arteria ad una vena, che in questa maniera diventa più robusta, più facilmente bucabile e con flussi di sangue al suo interno utili per eseguire la dialisi. L'intervento è fatto in anestesia locale ed in genere non comporta che un piccolo fastidio iniziale e qualche dolorino, che nel tempo di una settimana si risolve completamente. Quando non si può collocare una fistola, si utilizzano i cateteri venosi centrali, che sono delle cannule che pescano nei grossi vasi sanguigni del collo, dell'inguine o della zona situata dietro la clavicola e che possono essere lasciati lì per periodi variabili, anche mesi ed anni, senza arrecare particolari problemi. Dove si esegue l'emodialisi? In genere l'emodialisi viene effettuata nei cosiddetti "punti dialisi", che sono delle strutture attrezzate con un rene artificiale (ospedali o centri di assistenza specializzati). In alcuni casi, può essere effettuata anche a domicilio. In questo caso è necessaria l'assistenza di un familiare appositamente addestrato all'apprendimento della tecnica che aiuti il paziente nella esecuzione della dialisi. Quando e come si esegue? Il programma della dialisi è stabilito dal medico sulla base degli esami eseguiti e in base alle esigenze del paziente che possono variare nel tempo. Nei pazienti che non urinano più, si esegue tre volte la settimana, a giorni alterni. Ogni seduta dura circa tre ore, durante le quali si può leggere, ascoltare la radio, conversare con il personale od altri pazienti, dormire, ecc. I pazienti in dialisi devono seguire una dieta particolare? Non proprio, nel senso che la dieta è pressoché libera, ma bisogna sempre controllare l'apporto di liquidi introdotti per evitare un accumulo di acqua ed evitare l'assunzione di troppa frutta e verdura, che oltre all'acqua contengono anche una elevata concentrazione di potassio il cui accumulo può portare ad alterazioni anche gravi del ritmo del cuore fino all'arresto cardiaco. Importante anche evitare l'assunzione di sostanze grasse e di formaggi che contengono molto fosforo che può portare ad un danno delle ossa e dei vasi sanguigni e di alimenti che contengano un elevata concentrazione di sale che induce sete e può contribuire con l'aumentato apporto di liquidi ad un cattivo controllo della pressione. E' possibile lavorare? Ovviamente è richiesta un'organizzazione particolare, dovuta alle assenze per sottoporsi a dialisi. Il paziente in dialisi, inoltre, essendo invalido civile, può usufruire della legge 482 del 1968 per iscriversi nelle liste del collocamento obbligatorio presso il competente Ufficio Provinciale del Lavoro, a condizione che gli sia stata accertata una invalidità superiore al 45%. E' possibile andare in vacanza? Per chi è in trattamento con emodialisi le vacanze risultano di organizzazione abbastanza complessa, in quanto si deve prenotare un posto dialisi libero e disponibile vicino al luogo della vacanza. Per questo è bene programmare le vacanze con largo anticipo (già durante l'inverno per l'estate).



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