Esame della tiroide (una ghiandola a forma di H localizzata nel collo) eseguito con gli ultrasuoni, che sono particolari suoni non percepibili dall'orecchio umano.
Quando colpiscono le strutture sulle quali sono indirizzati, gli ultrasuoni tornano indietro (producono una eco) e vengono rilevati dalla stessa apparecchiatura che li ha emessi e che li trasforma in immagini visibili su un monitor. Lo specialista, interpretando le immagini sul monitor, può dare una descrizione e formulare una diagnosi.
L'ecografia della tiroide è un esame di largo impiego. E' molto utile per stabilire la natura di rigonfiamenti o noduli rivelati alla base del collo, che fanno sospettare un'alterazione della funzionalità della ghiandola (come ipertiroidismo consistente in una produzione eccessiva di ormoni e l'ipotiroidismo caratterizzato da una produzione di ormoni troppo bassa) o per seguire l'efficacia della terapia (sia farmacologica, che chirurgica).
Come viene eseguita? Dopo aver spalmato sul collo, in corrispondenza dell'organo da esaminare, la pelle del paziente con un appropriato gel, che ha lo scopo di trasmettere le onde sonore all'interno del corpo, il medico fa scorrere lentamente la sonda (lo strumento che emette e rileva gli ultrasuoni). Il paziente non corre alcun rischio perché gli ultrasuoni non sono pericolosi e non prova dolore, né fastidio. Un'ecografia dura una decina di minuti.
L'ecografia è, inoltre, utile guida per l'esecuzione di una biopsia (prelievo di un tessuto di natura "sospetta" da sottoporre a successivo esame al microscopio).
E' necessario esibire alcuni esami del sangue (FT3, FT4 e TSH).
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