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Aritmia

In condizioni di riposo un cuore normale compie circa 70 battiti al minuto, alternando una fase di contrazione (sistole) ad una di dilatazione (diastole). Quando, per qualche motivo, ciò non accade, si ha un'aritmia. Si distinguono tachiaritmie (ritmo cardiaco accelerato) e bradiaritmie (ritmo cardiaco lento). Le tachiaritmie sono caratterizzate da un ritmo completamente disorganizzato e da frequenze solitamente superiori ai 200-300 battiti al minuto. Alcune forme, come quella chiamata fibrillazione atriale, guastano completamente l'attività di contrazione degli atri senza coinvolgere completamente i ventricoli. La fibrillazione dei ventricoli (fibrillazione ventricolare), invece, provoca l'arresto cardiocircolatorio. Tra le bradiaritmie è particolarmente diffusa l'aritmia ipocinetica, in cui la frequenza atriale o ventricolare si riduce al disotto dei 60 battiti al minuto. Tra le cause delle aritmie ci sono molte situazioni naturali (sforzi fisici, processi digestivi, assunzione e abuso di sostanze eccitanti come caffè, tè e tabacco) che solitamente causano tachicardia (aumento del battito del cuore) e molte malattie del cuore, sia primitive (cioè insorte proprio nel cuore) sia risultanti come conseguenza di altre malattie, come l'ipertiroidismo (malattia della tiroide causata da una produzione di ormoni troppo elevata) e il feocromocitoma (tumore), o di condizioni particolari dell'organismo, come l'ipopotassemia (carenza di potassio nel sangue). Tra le malattie primitive che causano aritmia ci sono la cardiopatia ischemica (insufficiente circolazione di sangue all'interno delle coronarie, che sono le arterie che nutrono il muscolo cardiaco) ed altre forme di cardiopatia (malattie del cuore), le cardiomiopatie (malattie caratterizzate da ingrossamento del cuore) e le miocarditi (malattie del muscolo del cuore). I sintomi variano secondo il tipo di aritmia. Solitamente la presenza di un'aritmia si evidenzia già durante una visita medica con auscultazione del cuore e misurazione del polso; tuttavia, la diagnosi certa è ottenuta con l'ECG (abbreviazione di elettrocardiogramma, ovvero la registrazione dell'attività elettrica del cuore). Tuttavia, poiché molte aritmie molto diffuse non sono costantemente presenti o si manifestano solo in particolari situazioni o momenti, può rivelarsi utile eseguire l'ECG dinamico secondo, che consente una registrazione pressoché continua del tracciato dell'attività del cuore lungo tutta la giornata (24 ore). Le aritmie non richiedono sempre terapie mediche particolari; ciò, però, si rende opportuno quando è compromessa la funzione di pompa del cuore, quando si sospetta che possano comparire fenomeni più gravi (come la fibrillazione ventricolare) o quando i sintomi sono insopportabili. Nel caso, si valuta la terapia più idonea, che va dall'assunzione di farmaci a tecniche specifiche basate sull'uso della corrente elettrica (defibrillazione, impianto di pace-maker, ecc.). Si consiglia visita cardiologica.



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