La causa più frequente è l'artrosi dell'anca, una malattia a carattere degenerativo che può colpire la cartilagine che riveste le estremità delle ossa dell'anca soprattutto delle persone che hanno superato i cinquant'anni.
Si ricorre alla sostituzione dell'anca quando i dolori provocati da tale malattia diventano molto forti e sono accompagnati da immobilità, non risolvibili altrimenti. Lo scopo dell'intervento è di alleggerire il dolore, restituire la motilità e correggere eventuali deformazioni (che provocano un'andatura zoppicante) ristabilendo la lunghezza della gamba.
La permanenza in ospedale a seguito dell'operazione varia da tre a dieci giorni.
Dopo l'operazione è necessaria la fisioterapia (rieducazione al movimento) quotidiana, perché gli esercizi di fisioterapia condizionano, generalmente, la capacità di un paziente a ristabilire velocemente la propria camminata. In un primo tempo, il paziente dovrà usare le stampelle; dopo alcuni mesi passerà all'uso di un bastone. Con la fisioterapia, il paziente apprenderà anche delle tecniche per camminare, salire le scale, sedersi ed alzarsi dalle sedie, entrare ed uscire dalle automobili e utilizzare la toilette.
Attualmente sono particolarmente diffuse le tecniche mininvasive di chirurgia protesica dell'anca, che oltretutto rendono meno difficile la rieducazione. Si tratta di tecniche sicure, che danneggiano molto poco le strutture anatomiche, dal momento che si esegue un'incisione di circa 8 cm per raggiungere l'anca e sostituire totalmente l'articolazione con una protesi in titanio. Dopo soli due giorni dall'intervento è possibile riprendere la deambulazione (capacità di camminare).
Questa tecnica non può essere applicata, però, ai pazienti obesi.
|