Una ragade anale è una piccola ferita localizzata all'ano che può causare dolore, emorragia e/o prurito.
Da cosa è provocata? La causa più diffusa è l'evacuazione difficile di feci dure e asciutte, che può causare una lacerazione della pelle che circonda l'ano. Altre cause sono la diarrea, l'infiammazione della zona interessata e lo stress.
Come è trattata? Nella maggior parte dei casi le ragadi anali guariscono spontaneamente o con un trattamento non chirurgico, consistente nell'assunzione di particolari accorgimenti (avere un'alimentazione adeguata a che le feci siano più morbide, evitare la stitichezza, adoperare bagni ovvero mettere a bagno l'area anale in semplice acqua tiepida per 20 minuti, più volte al giorno). Nei casi più "difficili" si può ricorrere alla chirurgia (piccola operazione ambulatoriale o eseguita in un solo giorno per rimuovere la ragade ed il tessuto sottostante) o all'uso di un dilatatore anale tiepido, uno strumento che favorisce la dilatazione dell'ano e, conseguentemente, la riduzione della contrazione muscolare dello sfintere anale (anello muscolare che fa aprire o chiudere l'ano) sfruttando sia l'effetto meccanico del diametro sia l'effetto del caldo che favorisce il rilasciamento degli sfinteri anali.
Come si usa il dilatatore? Si mette il dilatatore in acqua tiepida per 10 minuti. Ci si sdraia sul fianco sinistro e, dopo aver lubrificato con una pomata il dilatatore, lo si inserisce completamente nell'ano. E' necessario mantenerlo inserito per cinque minuti e ripetere l'operazione una o due volte al giorno. Inizialmente, si può avvertire un leggero fastidio e notare qualche piccola perdita di sangue, ma non bisogna spaventarsi, perché il medico (proctologo) indicherà come procedere e, soprattutto, suggerirà di eseguire il trattamento iniziando con un dilatatore piccolo, per poi passare alla misura media e/o grande solo in caso di necessità. La durata media della terapia è di un mese.
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