L'artroscopia è particolarmente utilizzata per il ginocchio, ma anche per le altre articolazioni (le giunzioni tra due ossa che rendono possibili i movimenti) quali la spalla, il gomito, la caviglia e il polso. Tale tecnica consente, infatti, di eseguire interventi di vario tipo all'interno dell'articolazione, senza doverla "aprire". Ciò garantisce al paziente un recupero post-operatorio più rapido e meno doloroso e gli evita una sgradevole cicatrice, che, invece, si presenterebbe in caso dell'intervento chirurgico "classico".
Per l'esecuzione dell'intervento si utilizza l'artroscopio, che è uno strumento del diametro di una penna, dotato di una particolare lente e collegato ad un cavo a fibre ottiche e ad una telecamera. Grazie alle fibre ottiche ed alla telecamera il chirurgo può osservare su uno schermo televisivo le strutture articolari e, nell'eventualità, intervenirvi direttamente. L'artroscopio è dotato di:
1) strumenti da taglio, che servono per sezionare o regolarizzare l'articolazione;
2) strumenti da presa, che consentono di asportare dall'articolazione un frammento precedentemente tagliato;
3) vaporizzatori e/o elettrocauteri, che sono strumenti che consentono di "bruciare" i tessuti molli e contemporaneamente di coagulare i vasi sanguigni in modo da ridurre il sanguinamento.
L'incisione è solitamente molto piccola (pochi mm) tanto da non richiedere punti di sutura (cioè cucitura), ma da poter essere chiusa da speciali cerottini che vengono rimossi una decina di giorni dopo l'intervento.
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