Quando l'HIV infetta un organismo, i sintomi si manifestano solo dopo un certo tempo. L'HIV attacca soprattutto certe cellule del sangue (i linfociti T-helper) che svolgono la funzione di anticorpi e, cioè, reagiscono contro gli organismi estranei distruggendoli. Dunque, un organismo attaccato dall'HIV evidenzia una diminuzione delle difese immunitarie. Nell'uomo l'HIV è causa dell'AIDS, una malattia infettiva molto pericolosa che può manifestarsi anche più di dieci anni dopo l'infezione e che può risultare fatale.
Sono stati identificati due virus dell'HIV, l'HIV 1 (il più diffuso) e l'HIV 2 (diffuso nell'Africa occidentale), entrambi responsabili delle alterazioni del sistema immunitario, che portano all'AIDS.
Nell'adulto l'infezione si diffonde attraverso contatti sessuali, oppure attraverso il sangue ed i suoi derivati (trasfusioni). Nel bambino, invece, si ha la trasmissione da madre infetta a figlio, durante la gravidanza, attraverso la placenta, al momento del parto o durante l'allattamento.
L'HIV è un retrovirus, vale a dire un virus che reca scritte le informazioni in una molecola di RNA (materiale genetico) e che trascrive il proprio messaggio sul DNA dell'organismo contagiato (detto ospite). Nel giro di pochi anni vengono distrutte quasi completamente le cellule T-helper (CD+) dell'ospite e ciò sconvolge il sistema immunitario, che diventa incapace di reagire contro qualsiasi agente infettivo, anche quelli che comunemente non rappresentano alcun pericolo per l'uomo, ma che, per i malati di AIDS diventano mortali.
Vari esami di laboratorio eseguiti sul sangue consentono di effettuare una prognosi e di prevedere il decorso dell'infezione. Si può eseguire il dosaggio dell'RNA del virus, degli antigeni (vale a dire segmenti proteici caratteristici del virus, nel caso in questione la molecola p24) o degli anticorpi generati dall'ospite in risposta alla presenza dell'antigene. La presenza di questi elementi è indice di infezione in corso e va associata, nel corso della terapia affidata a particolari farmaci (farmaci antivirali) al controllo dei linfociti, della neopterina (che testimonia la distruzione cellulare), delle IgA (che rivelano il cattivo controllo dei linfociti T sulla produzione degli anticorpi) e della b2-microglogulina (che segnala l'attivazione del sistema immunitario).
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