Esame di laboratorio che misura l'attività della protrombina, una proteina coinvolta nel processo di coagulazione (solidificazione) del sangue. Valori normali: 12-16 secondi (20-30 secondi quando si effettua terapia anticoagulante).
E' eseguito per valutare la presenza di disturbi di tipo emorragico o per controllare una terapia anticoagulante. Tra i disturbi di tipo emorragico c'è l'emofilia, una malattia ereditaria provocata dalla carenza di alcune proteine dette fattori di coagulazione. Gli anticoagulanti sono sostanze che inibiscono la coagulazione del sangue, impedendo alle altre sostanze che intervengono in questo fenomeno di svolgere la loro azione.
Valori superiori a quelli normali possono essere indice di carenza di vitamina K (gruppo di sostanze che intervengono nel meccanismo di coagulazione del sangue), di malattie del fegato o di coagulopatie, vale a dire malattie conseguenti ad un'alterazione della coagulazione, tra cui l'emofilia (malattia ereditaria provocata dalla carenza di alcune proteine dette fattori di coagulazione), l'embolia (chiusura di un vaso sanguigno provocata da un ammasso di materiale, detto embolo) e la trombosi (formazione di grumi di sangue all'interno dei vasi sanguigni integri o nelle cavità del cuore).
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