Si riscontra un aumento dei valori nei seguenti casi: infezioni acute e croniche, leucemie (tumori del sangue), tumori della mammella, collagenopatie (malattie caratterizzate dalla degenerazione del tessuto connettivo; la caratteristica principale di queste malattie è che il paziente produce anticorpi diretti contro le proprie strutture, compromettendole), emocromatosi (malattia ereditaria caratterizzata da un aumentato assorbimento del ferro contenuto negli alimenti; determina, pertanto, un progressivo accumulo di ferro nell'organismo). L'aumento è tipico anche della gravidanza.
Si riscontra, invece, una diminuzione dei valori in caso di morbo di Wilson (malattia genetica consistente nell'incapacità di eliminare il rame, che, pertanto, si accumula nell'organismo, generando tossicità) e di malassorbimento (riduzione della capacità di assorbimento di una o più sostanze nutritive da parte dell'intestino tenue).
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