É un esame del sangue. Si determinano i valori (pressioni parziali) dei gas ossigeno ed anidride carbonica, che sono indicativi dell'efficienza respiratoria.
L'emogasanalisi è l'unico esame valido per valutare la necessità di ossigenoterapia (metodo terapeutico basato sulla somministrazione di ossigeno in caso di malattie che alterano la respirazione, impedendo la normale ossigenazione del sangue e dei tessuti) e richiederne la prescrizione all'ASL.
Il sangue trasporta l'ossigeno dai polmoni ai tessuti e l'anidride carbonica dai tessuti ai polmoni. Nei capillari si ha lo scambio dei gas tra il sangue e le cellule del corpo; a livello polmonare si ha lo scambio dei gas tra sangue ed aria attraverso le pareti degli alveoli, che sono le unità funzionali dei polmoni.
Per eseguire l'emogasanalisi, si effettua un prelievo di sangue arterioso e si analizzano alcuni parametri utili per lo studio della respirazione e dell'equilibrio acido-base. I parametri esaminati possono essere indice di alterazioni respiratorie o metaboliche (cioè del complesso di tutti i processi che avvengono all'interno dell'organismo). Occorrono pochi ml di sangue per aver dati su: pH, pCO2 (pressione parziale dell'anidride carbonica), pO2 (pressione parziale dell'ossigeno), eccesso di bicarbonato, SAT% (indice di saturazione di ossigeno).
pO2 diminuisce con l'età del soggetto (20-29 anni: 90-100mmHg; 60-69 anni: 73-83 mmHg).
pCO2 dipende dal bilancio tra l'anidride carbonica (CO2) prodotta dai tessuti e quella eliminata grazie alla respirazione. Dato che in condizioni di riposo la produzione di CO2 è costante, una variazione della pCO2 indica un problema respiratorio.
La riduzione contemporanea di pO2 e di pCO2 può essere dovuta a fibrosi polmonare (malattia del polmone caratterizzata da un aumento del tessuto connettivo, che provoca irrigidimento e perdita di elasticità e, conseguentemente, disturbi della respirazione) o a malattie che causano ipoventilazione parziale (diminuzione della ventilazione, ovvero della modalità respiratoria dei polmoni, che consente lo scambio tra ossigeno ed anidride carbonica nel sangue), come il versamento pleurico (raccolta di liquido nella cavità pleurica, ovvero lo spazio compreso tra le pleure, che sono le membrane che avvolgono i polmoni e la parete interna del torace).
L'aumento contemporaneo di pO2 e di pCO2 può verificarsi in seguito ad ossigenoterapia.
Quando pO2 è ridotta, ma pCO2 è normale la causa va ricercata in malattie come la BPCO (abbreviazione di broncopneumopatia cronica ostruttiva, malattia polmonare progressiva, che impedisce le vie aeree, rendendo difficoltosa la respirazione), l'asma (malattia dei bronchi, che provoca forti attacchi di tosse), la silicosi (malattia che colpisce l'apparato respiratorio di lavoratori sottoposti a inalazione di polvere di silice, come minatori, vetrai, ecc.), che, comunque, alterano la ventilazione polmonare.
Quando pO2 è ridotta, ma pCO2 è aumentata tra le cause possibili si sono l'insufficienza respiratoria (diminuzione irreversibile delle funzioni respiratorie) eccetto quella da fibrosi polmonare, la riduzione della pO2 atmosferica, alcune emoglobine (malattie caratterizzate dalla presenza di emoglobina, la proteina del sangue che trasporta l'ossigeno, irregolare e, dunque, con bassa affinità per l'ossigeno), l'asfissia (impossibilità di respirare).
Il pH del sangue deve essere compreso tra 7,35 e 7,45. Il suo valore dipende dalla concentrazione nel sangue di certe specie chimiche (ioni idrogeno), che, a loro volta, risentono dell'influenza di altre specie, tra cui CO2, che fa abbassare il pH (cioè rende il sangue più acido) ed il bicarbonato (un altro ione, cioè una specie carica negativamente), che, invece, lo fa aumentare (vale a dire rende il sangue più basico). Dunque, l'emogasanalisi fornisce un'indicazione anche dell'equilibrio acido-base del sangue e, dal momento che i reni sono responsabili della regolazione dei livelli di molti ioni, può essere indicativa anche della funzionalità renale.
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