Nell'infanzia, la stitichezza può manifestarsi con una frequenza minore della defecazione, che normalmente dovrebbe avvenire ogni due giorni.
La stitichezza dovuta ad alterazioni dell'intestino, come le anomalie del tono dei muscoli che intervengono nella defecazione, la presenza di ascessi (accumulo di pus, un liquido formato da microbi e cellule morte, causato da un'infiammazione), di emorroidi (dilatazione varicosa delle vene intorno all'ano), di polipi intestinali (neoplasia che sporge all'interno dell'intestino; una neoplasia e una formazione di un tessuto nuovo, i cui elementi si sostituiscono a quelli di un tessuto precedente, crescendo in modo diverso da quello "naturale") o, più spesso, di ragadi anali (una ragade anale è una piccola ferita localizzata all'ano che può causare dolore, emorragia e/o prurito), inducono il bambino a trattenere le feci per evitare il dolore. In questo caso, le feci trattenute, impoverendosi d'acqua, induriscono e vengono emesse sempre con maggiore sofferenza. La stitichezza dovuta ad errori dietetici può verificarsi, quando si continua ad alimentare il bambino col poppatoio oltre i dodici mesi, facendogli assimilare solo latte, mentre gli alimenti ricchi di fibra, come pane, frutta e minestre, sono evitati. La povertà di scorie e la particolare ricchezza di proteine di alcuni alimenti, comportano la scarsità di feci e l'insorgenza della cosiddetta stitichezza atonica per la riduzione, a lungo protratta della peristalsi intestinale (i movimenti dell'intestino, che fanno avanzare il cibo digerito). La terapia per la stitichezza atonica consiste nel tonificare i muscoli, facendo fare ginnastica ai bambini più grandi; per quelli più piccoli, invece, è utile praticare lievi massaggi addominali più volte al giorno. Inoltre, è importante seguire un'alimentazione equilibrata e completa in cui, oltre al latte ed ai farinacei, si fa consumare ai bambini frutta e verdura.
É utile visita pediatrica.
|