La rimozione dei punti chirurgici è l'insieme delle operazioni eseguite per asportare i materiali adoperati per ottenere un rapido processo di cicatrizzazione. In campo oculistico l'uso del laser (luce dotata di particolari proprietà terapeutiche) ha minimizzato il ricorso ai punti chirurgici.
Gli interventi chirurgici generano una ferita (lacerazione della pelle e, spesso, anche degli strati che si trovano al disotto). La cicatrizzazione è un processo naturale di riparazione dei tessuti interessati da una ferita: si ha un intenso afflusso di sangue alla zona danneggiata e con esso un forte apporto di fibrina, una proteina indispensabile perché si abbia la cicatrizzazione. Quando, però, le ferite sono particolarmente profonde o discontinue bisogna facilitare il processo d'accostamento e di fissazione dei loro margini adoperando particolari materiali, tra cui fili di seta o di fibre prodotte artificialmente e tessuti organici (cioè ricavati da organismi viventi). Quest'operazione si chiama sutura. Praticamente, il medico "rammenda" la ferita utilizzando questi materiali, come se stesse ricucendo un pezzo di stoffa strappato (è per questo motivo che comunemente si dice che il paziente "ha avuto dei punti"). Tra i materiali utilizzabili solo i tessuti organici vengono riassorbiti. Gli altri devono essere rimossi in un momento successivo. Lo stesso medico che esegue la sutura indicherà al paziente quando recarsi all'ambulatorio per la rimozione dei punti. Ciò sarà stabilito in base alla tecnica e alla modalità d'esecuzione della sutura, a sua volta dipendente dalla struttura anatomica interessata. I punti vanno rimossi perché la loro persistenza potrebbe creare infezione.
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