Esame oculistico che permette di "vedere" il fondo dell'occhio.
Il principio su cui si basa l'oftalmoscopia è che quando il fondo dell'occhio è illuminato da una sorgente di luce, ne riflette una parte. L'oculista, analizzando la luce riflessa, apprezza le alterazioni che possono essersi verificate a carico della retina (la parte dell'occhio che trasforma gli stimoli luminosi in segnali elettrici che, inviati al cervello, permettono la visione) e dei vasi sanguigni della pupilla.
L'esame è eseguito con uno strumento chiamato oftalmoscopio. Si tratta di un semplice sistema illuminante, attraverso il quale il medico rileva un'immagine diretta (oftalmoscopio diretto) o indiretta (oftalmoscopio indiretto) del fondo oculare. Secondo il tipo di oftalmoscopio utilizzato si distinguono un'oftalmoscopia diretta ed un'oftalmoscopia indiretta.
Nel primo caso si utilizza un apparecchio simile ad una torcia elettrica, dotato di una sorgente luminosa incorporata nella testina, un foro situato sull'asse visivo del paziente ed un sistema di lenti che servono a correggere eventuali inconvenienti (difetti di rifrazione) del paziente o dell'esaminatore. La luce inviata dallo strumento penetra nella pupilla dell'occhio del paziente e si riflette sulla retina. L'osservatore, pertanto, può analizzare la retina, che appare diritta ed ingrandita di circa 15-20 volte.
Per l'oftalmoscopia indiretta, invece, si utilizza una particolare apparecchiatura (formata da un binocolo e da un sistema d'illuminazione), collocata sul capo del medico mediante un supporto. L'immagine retinica ottenuta, in questo caso, è molto più ampia (può raggiungere zone più periferiche). Essa, però, è invertita (cioè l'alto appare in basso ed il lato destro a sinistra) e poco ingrandita.
L'oftalmoscopia è un esame semplice e non doloroso.
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