E' l'insieme delle indagini eseguite per valutare la perdita dell'udito.
Per la diagnosi della sordità si esegue l'esame dell'udito, che è fatto con uno strumento chiamato audiometro e, pertanto, è detto audiometria. Attraverso quest'esame si può stabilire se la sordità è di trasmissione o di percezione.
Le sordità di trasmissione sono chiamate anche sordità dell'orecchio medio; sono dovute, cioè, ad una lesione degli organi dell'apparato uditivo che trasmettono i suoni dall'esterno all'interno.
Le sordità di percezione, invece, sono relative all'orecchio interno, al nervo acustico ed alle vie acustiche, che sono quelle vie nervose che collegano l'orecchio al cervello.
Per la diagnosi della sordità ereditaria si esegue l'analisi molecolare: si esegue l'analisi del DNA (la sostanza che contiene le informazioni per "tutto quanto deve fare" un organismo dalla nascita alla morte) su un piccolo campione di sangue o di cellule raschiate dall'interno della bocca per rilevare l'eventuale presenza di geni (porzioni di DNA) responsabili della sordità.
In caso di bambini si può eseguire, anche entro pochi giorni dalla nascita, una diagnosi precoce della sordità che offre loro la possibilità di recuperare l'udito e, conseguentemente, di non vedere compromessa la capacità di linguaggio.
Altri esami utili per la diagnosi della sordità sono i potenziali evocati acustici (registrazione dell'attività elettrica del cervello in seguito a stimoli esterni) e l'impedenziometria (misura dell'udito eseguita in caso di sospetto danno all'apparato uditivo).
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