Metodo diagnostico e terapeutico delle emorragie (cioè sanguinamento) dell'apparato digerente.
Le cause più frequenti di sanguinamento sono tumori, fistole arterovenose (che sono dei dispositivi utilizzati per eseguire la dialisi artificiale, ovvero la depurazione del sangue in persone che hanno reni che non funzionano regolarmente), ulcera peptica (lesione erosiva localizzata a livello dello stomaco o del duodeno, che è la prima parte dell'intestino) e traumi (ferite, rotture, ecc.).
Si parla di emostasi endoscopica, perché, per arrestare il sanguinamento (emostasi), si utilizzano dei dispositivi che passano facilmente attraverso un canale di cui sono provvisti gli endoscopi, che sono i tubi sottili normalmente usati per indagare le parti interne del corpo. Gli endoscopi sono introdotti all'interno del corpo e, poiché alla loro estremità presentano una telecamera, rendono possibile seguire l'intervento direttamente su un monitor.
L'emostasi endoscopica può essere eseguita in vari modi.
La tecnica più diffusa è la terapia iniettiva, che è una tecnica semplice e poco costosa. E' detta iniettiva perché prevede l'uso di un ago, attraverso il quale sono iniettate nella zona in cui c'è emorragia alcune sostanze, tra cui l'adrenalina o l'alcool assoluto. L'adrenalina ha un effetto di vasocostrizione; in altre parole, fa diminuire il volume dei vasi sanguigni, arrestando il flusso del sangue; l'alcool assoluto, invece, determina infiammazione del vaso sanguigno, formazione di coagulo (cioè di sangue solidificato) e cicatrizzazione (cioè la naturale riparazione dei tessuti interessati).
Alternativamente, si possono usare l'emostasi mediante sonde diatermiche (che utilizzano la corrente elettrica), l'emostasi con sonda termica (che utilizza il calore) o l'emostasi con clips metalliche (che sono una specie di spille che vanno a chiudere il vaso sanguigno interessato dall'emorragia).
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