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Cataratta

In un occhio sano la luce attraversa il cristallino trasparente e raggiunge la retina, laddove è "focalizzata", con conseguentemente percezione da parte del cervello di un'immagine nitida. In un occhio affetto da cataratta, invece, il cristallino opaco arresta parzialmente il passaggio dei raggi luminosi che sono deviati in più direzioni: ciò impedisce la normale focalizzazione sulla retina (che è la parte dell'occhio che trasforma i segnali luminosi in segnali elettrici che, inviati al cervello, permettono la visione) e provoca una percezione annebbiata delle immagini. La cataratta può essere congenita, cioè presente dalla nascita, per effetto di errori genetici o di malattie (ad esempio la rosolia) contratte dalla madre durante la gravidanza o di malattie metaboliche come la galattosemia (che è una malattia ereditaria caratterizzata dall'accumulo del galattosio, uno zucchero presente nel latte, nei globuli rossi e nel fegato), che sono provocate da un'alterazione del metabolismo, ovvero l'insieme di tutti i processi che avvengono all'interno di un organismo. Alternativamente, può essere acquisita, cioè presentarsi in età adulta per effetto dell'invecchiamento, dell'esposizione ai raggi X, del diabete (malattia determinata dalla diminuzione o dalla mancanza di una sostanza detta insulina, che ha la funzione di regolare il livello di zucchero nel sangue), ecc.. Quando si manifesta? Sebbene possa presentarsi anche in giovane età, la cataratta è una tipica conseguenza dell'invecchiamento. Il cristallino comincia ad indurirsi e a cambiare colore; ciò spesso rende necessario l'uso di occhiali da vista. Col progredire dell'invecchiamento il cristallino continua a perdere elasticità e trasparenza. La vista peggiora finché anche l'uso di occhiali non è più sufficiente: non solo le immagini sembrano sempre più confuse, ma anche i colori appaiono sbiaditi. Quali sono i sintomi? Solitamente la cataratta non provoca dolore. Può colpire entrambi gli occhi, anche se generalmente un occhio ne è interessato prima dell'altro. Il sintomo più comune è l'annebbiamento della vista. Il paziente lamenta di avere una specie di un velo sull'occhio, di incontrare difficoltà nel distinguere gli oggetti in ambienti poco luminosi, di provare fastidio trovandosi alla presenza di una luce forte e di vedere degli aloni attorno alle sorgenti luminose. I colori appaiono meno vivaci e in molti casi si ha la comparsa (o l'aumento) di miopia (difetto della vista che permette di vedere chiaramente gli oggetti vicini all'occhio, ma sfuocati quelli distanti). In fase avanzata della malattia, il paziente non è più in grado di distinguere gli oggetti; questa condizione può portare anche alla perdita anche totale della vista, che, però, potrà essere pienamente recuperata dopo l'intervento chirurgico. Qual è la terapia? La terapia fa uso di farmaci che, dilatando la pupilla, migliorano la vista e di colliri in grado di rallentare il decorso della malattia. Quando la malattia è molto avanzata, si esegue l'intervento chirurgico di rimozione del cristallino (facoemulsificazione), che è sostituito con una lente artificiale. Si tratta di un intervento poco invasivo e di brevissima durata, effettuato con gli ultrasuoni (che sono onde sonore non percepibili dall'orecchio umano) dopo aver somministrato un collirio anestetico nell'occhio. Non sono necessari punti di sutura. L'operazione è fatta ambulatorialmente, vale a dire senza necessità di ricovero e consente una rapida guarigione e un precoce recupero della vista. Attraverso un'incisione di 3 mm, un particolare strumento (sonda) invia sul cristallino degli ultrasuoni che ne frammentano la parte centrale, che viene così facilmente eliminata. Successivamente, s'introduce attraverso la stessa piccolissima incisione, un'altra sonda che aspira la parte molle di cristallino, facendo formare una sacca che accoglierà la lente artificiale pieghevole. La riabilitazione è rapida. Il piccolo taglio si rimargina spontaneamente in poche settimane senza provocare conseguenze. L'occhio operato resta bendato fino al giorno successivo all'intervento. Successivamente, è necessaria la somministrazione di gocce di antibiotico e antinfiammatorie ed è consigliabile proteggere l'occhio con occhiali da sole e con una conchiglia di plastica durante la notte. E' inoltre importante limitare per qualche tempo gli sforzi fisici.



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