La revisione cavitaria è un'operazione chirurgica consistente nell'asportazione di frammenti di tessuto.
Solitamente è eseguita su cavità naturali del corpo, soprattutto l'utero. In tal caso si parla anche di raschiamento o curettage. Lo scopo è diagnostico o terapeutico. Dopo aver dilatato l'orifizio dell'utero con particolari strumenti (dilatatori di Hegar), il ginecologo procede al raschiamento utilizzando una curette (una specie di cucchiaio). Si attua in caso di emorragie (perdite di sangue) uterine, di polipi dell'endometrio (tumori benigni che colpiscono la mucosa, che riveste la parete interna dell'utero), per eliminare i residui di un aborto (interruzione spontanea o procurata della gravidanza entro il sesto mese) o per ottenere piccoli frammenti di tessuto da sottoporre all'esame al microscopio (esame istologico) per evidenziare l'eventuale presenza di cellule anomale (ad esempio tumorali).
Talvolta, si esegue la revisione di cavità generatesi in seguito a particolari malattie infiammatorie. E' quanto accade in caso di ascesso osseo, ovvero l'accumulo a livello osseo di pus (materiale più o meno liquido formato da batteri e cellule morte).
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