L'urinocoltura è un esame delle urine che serve a identificare la presenza in esse di batteri e a definirne la specie. Di solito è completata dall'antibiogramma, che è un test di laboratorio che ricerca tra i vari antibiotici quello più adatto ad uccidere il germe trovato nelle urine.
Il valore normale di un'urinocoltura è: negativo.
In caso di positività (presenza di batteri nelle urine) il referto contiene il nome del germe identificato, la concentrazione dei batteri e l'antibiogramma, espresso con una tabella che elenca gli antibiotici di cui è stata valutata l'efficacia. L'antibiogramma indica al medico l'antibiotico più appropriato per quella specifica infezione.
L'urinocoltura risulta positiva in presenza di infezioni delle vie urinarie, che vengono distinte in:
1) batteriuria asintomatica, ovvero presenza casuale nelle urine di batteri che non causano alcun sintomo;
2) cistite, che è un'infezione della vescica caratterizzata da stimolo ad urinare, dolore alla parte bassa del ventre (bruciore, crampo o tensione vescicale), talvolta anche febbre e malessere generale;
3) pielonefrite, che è una malattia renale.
Se la raccolta delle urine è eseguita senza rispettare adeguate norme igieniche è molto facile che l'urinocoltura risulti positiva perché le urine sono state contaminate da germi provenienti dai genitali o dalle mani del soggetto. In questo caso l'esame non è attendibile.
Come si esegue l'esame? Bisogna raccogliere in un apposito contenitore sterile (acquistabile in farmacia), che deve essere aperto poco prima dell'uso e richiuso subito dopo, la prima "pipì" del mattino, dopo aver accuratamente lavato le mani e i genitali con sapone e abbondante acqua. Per i bambini molto piccoli esistono in commercio appositi sacchetti sterili da applicare ai genitali esterni nei quali raccogliere l'urina. Il contenitore va consegnato il più presto possibile al laboratorio (può essere conservato per qualche ora in frigorifero a una temperatura compresa tra 2 e 8 °C).
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