Tecnica di indagine eseguita per valutare l'efficienza della funzione respiratoria.
Si misurano i volumi di aria inalata ed emessa durante l'attività respiratoria o la quantità di ossigeno consumata in un certo intervallo di tempo. Allo scopo si utilizza uno strumento chiamato spirometro, collegato ad un computer che calcola alcuni parametri (i cosiddetti valori spirometrici) relativamente all'età ed al sesso del paziente, fornendo una misurazione obiettiva della funzionalità polmonare.
Quando si esegue l'esame? La spirometria viene prescritta dal medico ai pazienti che presentano anomalie respiratorie, come l'asma (malattia infiammatoria dell'apparato respiratorio che causa tosse, respiro affannoso e senso di oppressione al torace), la bronchite cronica (infiammazione dei bronchi con decorso lungo e complesso), l'enfisema (perdita irreversibile di elasticità e riduzione della superficie respiratoria dei polmoni), la sarcoidosi (malattia caratterizzata dalla presenza in varie parti del corpo di granulomi, che sono piccole masse cellulari di natura benigna) e tutte le forme di fibrosi polmonare (malattia del polmone che provoca irrigidimento e perdita di elasticità).
Come si esegue l'esame? La spirometria è un esame molto semplice e non invasivo. Viene eseguita con un apparecchio computerizzato collegato ad uno speciale boccaglio (imboccatura), nel quale il paziente deve soffiare con forza ed il più a lungo possibile (almeno per 6 secondi) allo scopo di svuotare i polmoni. Nel fare ciò è bene che egli stia attento a stringere accuratamente il boccaglio tra le labbra, per non perdere aria dalla bocca.
L'esame dura circa 10 minuti.
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