Esame radiologico della mammella eseguito per studiarne le ghiandole e/o evidenziarne eventuali alterazioni.
La mammografia è l'unica tecnica che permette di studiare la mammella completamente ed è anche una tecnica particolarmente sensibile, al punto di far risaltare la presenza di piccoli tumori in fase iniziale. Pertanto, è molto usata per la prevenzione del carcinoma (tumore maligno) della mammella e per la diagnosi di malattie che provocano un'alterazione del tessuto del seno (ad esempio un nodulo), rilevata durante l'apposita visita (visita senologica).
Come si esegue la mammografia? Si utilizza un'apparecchiatura radiologica specifica, chiamata mammografo. La mammella è sistemata su un apposito sostegno e compressa mediante un piatto in materiale plastico (compressore). Solitamente, si eseguono due radiografie (proiezione cranio-caudale e proiezione obliqua mediolaterale) per ogni mammella ("mammografia bilaterale"): in totale si ottengono quindi quattro radiografie. In casi particolari, si eseguono ulteriori proiezioni aggiuntive. Alternativamente, l'esame riguarda una sola mammella ("mammografia monolaterale"). L'acquisizione delle immagini dura, per ogni proiezione, pochissimi secondi; pertanto, la quantità di radiazione (raggi X) implicata è piccolissima. Complessivamente l'indagine dura 10-15 minuti. Non vengono somministrati farmaci e non viene utilizzato mezzo di contrasto. L'esame è semplice e non doloroso, tant'è che non è necessaria alcuna preparazione prima di effettuarlo e non è necessaria anestesia. Al termine dell'esame la donna può lasciare il centro immediatamente. Non è necessario un periodo d'osservazione, né essere accompagnati. Alcuni consigli: 1) è opportuno che le donne che hanno ancora il ciclo mestruale (che, cioè, non sono ancora in menopausa) eseguano l'esame nella prima metà del ciclo, perché quello il periodo in cui il seno è meno teso e quindi più facilmente comprimibile; 2) è importante, al momento di esecuzione dell'esame, portare con sé tutta la documentazione relativa ad indagini diagnostiche senologiche eseguite in precedenza, perché il medico radiologo può utilizzarle per un eventuale confronto.
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