I disturbi cognitivi sono alterazioni delle cosiddette funzioni alte (intelligenza, attenzione, memoria, linguaggio, lettura, scrittura, ecc.).
Occorrono in conseguenza di un danno al cervello che può essere presente dalla nascita (congenito) o presentarsi durante la vita (acquisito).
Negli adulti le cause più frequenti di disturbo cognitivo acquisito riguardano un trauma cranico (lesione alla testa causata da una ferita; ne è coinvolto il cranio e/o la sua parte interna, l'encefalo), il morbo di Alzheimer (malattia degenerativa del cervello, che incomincia a manifestarsi intorno ai 65 anni, dapprima con sola perdita della memoria, per poi passare alla perdita delle varie funzioni vitali dell'uomo; è la più comune forma di demenza senile), l'epilessia (malattia del sistema nervoso, caratterizzata dalle cosiddette "mosse epilettiche, vale a dire un'alterata regolazione di scarica di energia all'interno del cervello), le infezioni al cervello provocate da virus, i tumori al cervello ed altre malattie del sistema nervoso.
Per valutare l'entità del danno cognitivo, il medico specialista (neurologo o neuropsichiatra) utilizza dei test standardizzati, che forniscono anche delle indicazioni sulle aree della cognizione danneggiate.
La terapia, oltre che dell'intervento medico indirizzato alla causa (trauma, tumore, ecc.), si avvale di tecniche psicologiche riabilitative che favoriscono il miglioramento delle possibili capacità alterate (memoria, linguaggio, ecc.).
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