Alterazione, già presente alla nascita, della forma dell'articolazione dell'anca.
Se non è risolta, con la crescita può portare ad un cammino non corretto (zoppia), forte e costante dolore e artrosi (malattia non infiammatoria delle articolazioni) precoce. Si tratta quindi di un problema molto importante, tant'è che è compito dei pediatri ricercare con attenzione eventuali segni che possano fare sospettare una "non normalità" delle anche.
A tale scopo, anzitutto, si esegue un particolare esame clinico, chiamato segno dello scatto (o, dal nome di chi lo ha descritto per primo, segno di Ortolani). Il medico allarga con una mano una coscia del bimbo piegata sul bacino, mantenendo l'altra gamba ferma e distesa con l'altra mano; se si sente uno "scatto" (un chiaro rumore: "clunk") vuol dire che l'anca non è ben formata.
Verso il secondo-terzo mese di vita si esegue un'ecografia (esame radiologico non doloroso), che fornisce immagini accurate dell'articolazione. Quest'esame è utile perché la ricerca dello scatto non è sempre facile. Inoltre, l'ecografia, rispetto ad una normale radiografia, ha il vantaggio di non esporre il neonato a radiazioni, di poter essere eseguita prima (perché la radiografia "vede" solo l'osso) e perché è più adatta ad evidenziare le eventuali alterazioni delle cartilagini dell'anca.
Dopo il sesto mese si esegue la radiografia del bacino, più adatta allo studio dell'anca, che ormai è diventata osso.
Una volta effettuata la diagnosi, bisogna subito iniziare la terapia, per evitare possibili problemi futuri. Nella maggior parte dei casi si adotta un trattamento posturale, cioè si cura la posizione (postura) delle gambe usando dei dispositivi detti divaricatori. Il divaricatore garantisce una buona postura e serve in definitiva a ripristinare un buono sviluppo dell'articolazione dell'anca che, a mano a mano che il piccolo cresce, correggerà la sua displasia (forma alterata). Se la diagnosi è tempestiva la terapia posturale permette nella quasi totalità dei casi un rientro nella normalità verso il 9°/10°mese, quando, cioè, il bambino incomincia a gattonare e stare in piedi. Se però la diagnosi è posta in ritardo, la terapia posturale non ha grande probabilità di dare buoni risultati. In questi casi è necessario che il medico ortopedico esegua delle manovre per rimettere a posto l'anca. Queste manovre vanno eseguite in anestesia generale e, quindi, si deve ricoverare il bambino. Dopo l'intervento le anche vanno immobilizzate in gesso per circa 3 mesi; poi, in divaricatore per altri 3 o 4 mesi.
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