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Diagnostica Immunologica delle Infezioni

Metodo di accertamento della presenza di una malattia infettiva, che si avvale delle tecniche dell'immunologia. L'immunologia è una branca della medicina che si interessa di tutti i processi e i meccanismi dell'organismo che distinguono fra il "sé", cioé le sostanze, le cellule e i tessuti propri dell'organismo, e il "non sé", cioè tutto ciò che, invece, ordinariamente si trova all'esterno dell'organismo e, pertanto, non gli appartiene. Al "non sé" appartengono anche molti microrganismi infettivi (batteri, virus, ecc.), parassiti, tossine, veleni, organi trapiantati, ecc.. Le tecniche immunologiche utilizzate per rilevare tali elementi, portatori di infezioni, sfruttano le reazioni tra antigeni (sostanze che, introdotte in un altro organismo, provocano la formazione di anticorpi) ed anticorpi (sostanze prodotte da un organismo per difendersi da un agente estraneo). É quanto si esegue, ad esempio, nel caso delle epatiti, laddove le tecniche di laboratorio sono così progredite, da poter valutare moltissimi e molto complessi elementi. In tali casi, quando il virus responsabile della malattia infetta un organismo, compaiono nel sangue gli anticorpi (Ab - antibodies; immunoglobuline - Ig), che, a loro volta, sono prodotti in risposta agli antigeni (Ag - tutte le sostanze esterne all'organismo che inducono una risposta immunitaria) propri del virus. I virus identificati per le infezioni del fegato sono così numerosi, che, per ottenerne una definizione precisa, si è reso necessario classificarli con le lettere alfabetiche. Analogamente, si è resa necessaria la caratterizzazione dei loro antigeni ed anticorpi specifici, ottenendo i cosiddetti "marker" (marcatori) dell'epatite. Nel caso dell'epatite A si ricercano nel sangue del paziente anticorpi di due tipi: 1) HAV-Ab IgM, che indicano che c'è un'infezione in atto e scompaiono con la guarigione; 2) HAV-Ab IgG, che indicano che precedentemente c'è stata un'infezione e restano nell'organismo per tutta la vita, proteggendolo dalla possibilità di prendere nuovamente la malattia. Nel caso dell'epatite B si possono ricercare sia anticorpi sia gli antigeni. Gli antigeni sono di tre tipi: 1) HBsAg (dove Ag sta per antigene), che indica la presenza dell'antigene nel siero (la parte liquida del sangue) di una persona da considerarsi sempre potenzialmente infettante anche se non necessariamente malata; 2) HBcAg, che è un antigene che non si trova mai nel sangue, ma solo nelle cellule del fegato; 3) HbeAg, che si ritrova nella fase iniziale delle epatiti acute e in alcune forme di epatite cronica, indicando che si è in presenza di un virus che si sta moltiplicando. Anche gli anticorpi sono di tre tipi: 1) Anti-HBsAb, che indica che il soggetto è ormai immunizzato (protetto) o perché è guarito da un'infezione o perché è stato vaccinato; 2) Anti-HbeAb, che, sebbene presente, non impedisce che l'epatite possa diventare cronica; 3) HBV-DNA, che è il materiale genetico del virus e, pertanto, attesta sempre che l'infezione è in attività. Ci possono essere anche: 1) anticorpi (IgM), anti-HBcAg, che si presentano nel sangue di pazienti affetti da forme gravi di epatite solo nelle fasi in cui il virus è nel pieno della sua riproduzione; 2) anticorpi (IgG), anch'essi anti- HBcAg, che restano per tutta la vita. Gli esami immunologici, nel caso dell'epatite B, devono essere eseguiti costantemente e parallelamente a quelli delle transaminasi AST e ALT, onde controllare eventuali danni alle cellule del fegato. Utile visita specialistica immunologica.
 



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