Abbreviazione di creatinfosfochinasi (CPK) dei muscoli, dove dai muscoli si esclude il miocardio (muscolo cardiaco), che ha una sua CPK specifica. Si tratta di un esame eseguito sul sangue (valori normali: > 94-96 % CPK totale).
La CPK è un enzima (proteina che velocizza un certo processo che avviene nell'organismo) molto diffuso nei muscoli striati (quelli responsabili dei movimenti volontari), nel miocardio (il muscolo del cuore) e nel tessuto cerebrale, laddove partecipa alla formazione dell'ADP (da cui si ricava l'ATP, la molecola nella quale gli organismi viventi immagazzinano l'energia necessaria per svolgere le proprie attività cellulari) e della creatina (che è una sostanza che riveste un'importante funzione nella contrazione dei muscoli).
Sono stati identificati tre tipi di CPK (isoenzimi): CPK-BB di origine cerebrale, CPK-MB di origine cardiaca, CPK-MM di origine muscoloscheletrica.
La percentuale presente a livello cerebrale è trascurabile, quindi la variazione dei suoi valori nel sangue è normalmente usata per valutare eventuali danni verificatisi al cuore od ai muscoli.
In particolare un tasso elevato di CPK-MB permette di diagnosticare un infarto del miocardio (morte delle cellule del miocardio in conseguenza all'arresto del flusso sanguigno). I valori di CPK-MM, invece, sono alterati in caso di danni o malattie della muscolatura.
In particolare, in caso di infarto, il valore di CPK aumenta. Gli aumenti, però, non sono sufficientemente precoci e specifici per una diagnosi sicura: nelle prime ore è più indicato il dosaggio della mioglobina (la proteina che trasporta l'ossigeno nei muscoli) o della CPK-MB, cioè di un particolare tipo di CPK specifica del muscolo cardiaco. Nell'infarto l'attività della CPK comincia ad aumentare dopo almeno 6 ore dall'insorgenza dei sintomi e permane elevata per alcuni giorni.
Un aumento si verifica anche in caso di distrofia muscolare (malattia ereditaria consistente nella degenerazione del tessuto muscolare: i muscoli vengono colpiti da atrofia, ovvero si hanno diminuzione di volume delle fibre muscolari e aumento del tessuto connettivo e adiposo nell'ambito del muscolo stesso) od ustioni (lesioni prodotte nei tessuti da calore, elettricità e particolari sostanze come l'acido solforico).
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