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Chirurgia della Tiroide

E' l'insieme degli interventi chirurgici eseguiti sulla tiroide, che è una ghiandola situata nel collo che produce e libera ormoni che regolano soprattutto il mantenimento delle funzioni vitali essenziali dell'organismo. Gli interventi alla tiroide possono essere eseguiti in vario modo: 1) enucleazione intracapsulare, che è praticata per eliminare cisti (che sono formazioni cellulari benigne contenenti un materiale liquido) ed adenomi (che sono tumori benigni del tessuto di cui sono fatti la pelle ed il rivestimento interno degli organi, in cui le cellule assumono l'aspetto di una ghiandola) isolati; 2) resezione subtotale, che è il "classico" intervento per l'eliminazione del gozzo (ingrossamento del collo), consistente nell'asportare la massima parte del tessuto tiroideo alterato, "salvando" la parte collegata alle paratiroidi (ovvero le quattro piccole ghiandole situate nel collo, dietro la tiroide, che producono il paratormone, un ormone che regola il livello nel sangue del calcio e del fosforo, necessari perché ossa, muscoli e nervi crescano e funzionino regolarmente, oltre che per una corretta coagulazione del sangue ed una normale attività delle membrane cellulari) ed al nervo ricorrente (nervo che va dal torace alla laringe); 3) tiroidectomia, ovvero l'asportazione totale della tiroide, eseguita in caso di tumori maligni limitati alla sola tiroide; 4) emitiroidectomia, ovvero l'asportazione di un lobo (destro o sinistro) della tiroide. In ogni caso, il paziente deve osservare un periodo di riposo di preparazione all'intervento, che serve a fare diminuire il gonfiore dei vasi sanguigni del collo. Il medico, secondo i casi, sceglie il tipo di intervento e valuta se eseguirlo in anestesia generale (che riguarda l'intero corpo ed è generalmente accompagnata dalla perdita di coscienza) o locale (che riguarda zone limitate del corpo ed è usata in tutti quei casi in cui è necessario ridurre momentaneamente la sensibilità al dolore, ma non è necessario che si abbia perdita di coscienza). Egli, inoltre, stabilisce se l'intervento debba essere eseguito con il "metodo classico", che prevede il taglio con il bisturi (che è un coltello "speciale") della parte del corpo interessata o attraverso le tecniche di chirurgia mininvasiva, che consentono di evitare l'apertura di cavità nel corpo in maniera traumatica.
 



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