E' il tipo più diffuso di Campylobacter, batteri che causano svariate manifestazioni cliniche tra cui la più comune è la diarrea acuta. Pertanto, se ne ricerca l'eventuale presenza nelle feci per la diagnosi di infezioni intestinali.
L'esame (coprocoltura) è eseguito ponendo ("seminando") il campione di feci prelevato di fresco ed in condizioni di assoluta sterilità su una piastra cosparsa con un terreno di coltura, ovvero un materiale liquido o solido contenente i fattori necessari per la crescita dei germi. La piastra va osservata dopo alcune ore: se c'è infezione i germi si sono sviluppati sulla piastra e sono facilmente visibili.
Diverse specie di Campylobacter si ritrovano nel tratto gastrointestinale di molti animali da allevamento (pollame, bovini, pecore e suini) e da compagnia (uccelli, cani e gatti), nei quali, però, non causano generalmente malattia. Nella maggior parte dei casi la trasmissione dell'infezione all'uomo avviene tramite prodotti alimentari crudi o poco cotti, o tramite contatto diretto con animali infetti. In Italia la modalità più comune con cui ci si infetta è mangiando pollo contagiato non cotto bene o bevendo latte non pastorizzato (cioè trattato in modo da uccidere i germi in esso presenti) e/o di acqua non potabile.
Si ritiene che buona parte della carne cruda di pollo sia contaminata da Campilobacter jejuni.
La contaminazione del latte avviene principalmente attraverso le feci di vacche infette.
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